30 dicembre 2017

PARI DIRITTI ED EQUO COMPENSO AI LAVORATORI AUTONOMI




No al lavoro autonomo sottoretribuito e senza tutele. Emanare i parametri ministeriali per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti. Attuazione della legge 233 sull’equo compenso dei giornalisti non dipendenti. E Statuto dei diritti, welfare ed equa retribuzione per i lavoratori autonomi di tutti i settori. 

Queste le parole chiave di un documento-manifesto, promosso da un gruppo di giornalisti freelance, diversi dei quali membri o ex membri della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi, assieme a dirigenti nazionali e territoriali del sindacato dei giornalisti, contrattualizzati, pensionati e lavoratori autonomi “senza tessera”.  

L’intento è quello di aprire una riflessione e un dibattito pubblico su questi temi, sempre più attuali e pressanti, e stimolare una mobilitazione.

Questo il documento, nato trasversalmente alle categorie ed appartenenze, e aperto a ulteriori adesioni (a: giornalistifreelance@gmail.com) da parte di tutti quanti lo condividano: 


PARI DIRITTI ED EQUO COMPENSO
AI GIORNALISTI LAVORATORI AUTONOMI   

La buona informazione racconta l’attualità e illumina le dinamiche complesse della società.
Ma una buona informazione, per essere tale, dev’essere libera, indipendente e non ricattabile. 

Quando invece un giornalista non viene messo nella condizione di essere libero, indipendente e non ricattabile (dai poteri forti, dalle querele temerarie, dalle minacce, o dal bisogno economico), la possibilità di fare una buona informazione muore.

Oggi in Italia, come denunciato più volte dai colleghi, dal sindacato e dagli organismi di categoria, e da rappresentanti delle istituzioni, il 65% dei giornalisti attivi non ha un contratto da dipendente: sono lavoratori autonomi, quasi sempre sottopagati. Di loro, otto su dieci hanno un reddito annuale sui 10 mila euro; sono cioè sotto la soglia della povertà. 

Oggi in Italia i datori di lavoro, in un settore quasi senza vincoli, possono dettare unilateralmente ai giornalisti autonomi condizioni di ingaggio inadeguate e retribuzioni irrisorie, non rispettose dell’art. 36 della Costituzione sui diritti e sull’equa retribuzione del lavoratore.

PERTANTO

- RIBADIAMO CHE il lavoro autonomo sottoretribuito, con welfare limitato e sotto il costante ricatto occupazionale, lede i diritti del lavoro e della persona; e che nel caso del giornalismo lede anche la possibilità di fare un’informazione di qualità, libera e indipendente, nell’interesse dei cittadini e del sistema democratico.

- IL GOVERNO AVVI QUINDI CON URGENZA l’attuazione dalla Legge 233/2012 per l’equo compenso dei giornalisti non dipendenti, approvata in ossequio dell’art. 36 comma 1 della Costituzione ma ancora inapplicata. Si convochi la Commissione per l’equo compenso, già da tempo istituita e in carica, per il completamento dei suoi compiti istituzionali, che riguardano anche la tracciabilità del lavoro autonomo e la sanzionabilità di eventuali abusi o elusioni.

- IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PROCEDA URGENTEMENTE - in riferimento alla Legge n. 27/2012 e al Decreto Ministeriale 140/2012 - all’emanazione dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti:inspiegabilmente unica categoria vigilata dal Ministero a non disporne, essendo inapplicabili per analogia quelle di altre professioni.
L’emanazione di tali parametri, già sollecitata sia dall’Ordine dei giornalisti sia dalla Fnsi, è ora indispensabile anche per determinare l’equo compenso del lavoro autonomo nei confronti della Pubblica Amministrazione e delle grandi imprese; ciò ai sensi dell’Art. 19-quaterdecies della recente legge 172/2017 (come ricordato anche nella circolare Inpgi sul tema, il 15 dicembre u.s.)

INFINE

dando atto che il riconoscimento di pari diritti e di un equo compenso in sintonia con l’art. 36 della Costituzione riguarda i lavoratori autonomi, di tutti i settori,

manifestiamo il nostro appoggio alle istanze che puntano al riconoscimento di un equo compenso, di un welfare adeguato e di un efficace Statuto dei diritti, per tutti i settori del lavoro autonomo. Perchè non vi possono essere diversità di diritti e tutele solo a seconda del fatto che sia lavoratori dipendenti o autonomi. E non si può legittimare che esistano - sulla base di questa sola distinzione - lavoratori di serie A e serie B, con maggiori o minori diritti gli uni rispetto agli altri.


FIRMATARI (al 29/12/2017)
(documento aperto a ulteriori adesioni, a: giornalistifreelance@gmail.com)

Maurizio Bekar, consigliere nazionale Fnsi, coordinatore Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan)
Ferdinando Baron, Clan Fnsi (Lombardia), Commissione Contratto Fnsi-Fieg
Susanna Bonfanti, Clan Fnsi (Toscana)
Anna Bruno, giornalista professionista freelance (Basilicata)
Claudio Chiarani, Clan Fnsi, vicepresidente Assostampa Trentina
Candida De Novellis, Clan Fnsi (Abruzzo)
Livia Ermini, Clan Fnsi (Lazio)
Antonio Fico, Clan Fnsi (Lazio), direttivo Stampa Romana
Dario Fidora, Clan Fnsi (Sicilia), Consigliere regionale Assostampa Sicilia
Luca Gentile, Clan Fnsi (Sardegna)
Francesca Marruco, Clan Fnsi (Umbria)
Ottavia Molteni, Clan Fnsi (Lombardia)
Francesco Monteleone, Clan Fnsi (Puglia)
Stefano Strano, Clan Fnsi (Marche)
Moira Di Mario, freelance, ex componente Clan Fnsi (Lazio)
Leyla Manunza, freelance, ex componente Clan Fnsi
Saverio Paffumi, freelance, direttivo Associazione Lombarda Giornalisti, ex componente Clan Fnsi, ex consigliere nazionale di disciplina Ordine dei giornalisti
Paola Vescovi, giornalista professionista
Commissione lavoro Autonomo Assostampa Sardegna
Paolo Barbieri, vicesegretario Associazione Stampa Romana
Massimo Bellomo Ugdulena, vicesegretario regionale Assostampa Sicilia
Claudio Bisiani, freelance, testata web FvgNews.net, direttivo Assostampa Friuli Venezia Giulia
Valeria Calicchio, giornalista
Alessia Cannizzaro, consigliere regionale Assostampa Sicilia
Attilio Giuseppe Cardella, giornalista freelance, Palermo
Giampiero Casagni, giornalista freelance, Caltanissetta
Luciano Ceschia, giornalista e sindacalista
Damiano Chiaramonte, giornalista freelance, Siracusa
Roberto Ciccarelli, freelance, segreteria Associazione Stampa Romana
Alberto Cicero, segretario regionale Assostampa Sicilia, consigliere nazionale Fnsi
Clelia Delponte, pubblicista freelance (Sudtirolo-Pordenone)
Antonio Di Giovanni, giornalista freelance, Palermo
Francesco Di Parenti, giunta esecutiva Assostampa Sicilia
Miriam Di Peri, giornalista freelance, Palermo
Maria Giovanna Faiella, giornalista
Antonio Fiasconaro, consigliere nazionale Fnsi
Roberto Ginex, segretario Assostampa Palermo, consigliere nazionale Fnsi
Franco Lannino, giornalista fotoreporter StudioCamera Palermo
Paolo Licciardello, consigliere nazionale Fnsi
Daniele Lo Porto, segretario provinciale Assostampa Catania
Giancarlo Macaluso, Presidente Assostampa Sicilia
Carmelo Maiorca, giornalista freelance Siracusa
Alessandro Martegani, freelance, segretario Assostampa Friuli Venezia Giulia
Manlio Melluso, giornalista freelance Palermo
Antonio Moscatello, Askanews, segreteria Associazione Stampa Romana
Antonella Mulé, giornalista freelance Palermo
Lazzaro Pappagallo, segretario Associazione Stampa Romana
Paolo Radivo, giornalista, Trieste
Luigi Ronsisvalle, consigliere nazionale Fnsi
Angelo Scuderi, giornalista freelance Palermo
Monica Soldano, freelance, segreteria Associazione Stampa Romana
Laura Tumbarello, giornalista freelance Palermo
Leonardo Testai, consigliere nazionale Fnsi
Giulio Volontè, freelance
Vito Campo, giornalista freelance, Trapani
Marina Piccone, giornalista freelance
Gianluca Cicinelli, giornalista precario (non freelance, ci tengo)
Gioacchino Schicchi, giornalista pubblicista, vicesegretario provinciale Assostampa di Agrigento
Tonino Pitarresi, giornalista pubblicista, Palermo
Salvatore Li Castri, vicepresidente Ordine Giornalisti di Sicilia
Vincenzo Lombardo, consigliere regionale Assostampa Sicilia
Salvatore Ferro, consigliere Ordine dei giornalisti di Sicilia
Giuseppe Pagano, giornalista freelance Palermo
Josè Trovato, segretario Assostampa Enna
Alessandro Anzalone, segretario Assostampa Caltanissetta
Annalisa Giunta, componente Consiglio regionale Assostampa Sicilia
Gianni Molè, segretario Assostampa Ragusa
Monica Adorno, componente Consiglio regionale Assostampa Sicilia
Fare Ordine, gruppo di giornalisti impegnati per la riforma della professione: Franco Nicastro, Riccardo Arena, Concetto Mannisi, Filippo Mulè, Placido Ventura, Eleonora Cosentino, Teresa Di Fresco, Totò Ferro, Antonella Folgheretti, Luigi Pulvirenti, Rosario Mazzola, Dario Piccolo, Giovanni Villino
Marina Mancini, componente Consiglio regionale Assostampa Sicilia
Alida Amico, giornalista professionista, Sicilia
Valerio Martines, giornalista, Sicilia
Prospero Dente, segretario Assostampa Siracusa
Gero Tedesco, segretario Assostampa Agrigento
Fabio Bonasera, componente Assemblea nazionale lavoro autonomo Fnsi (Sicilia)
Gianluca Reale, giornalista Blumedia, Catania
Francesco Celi, componente Giunta esecutiva Assostampa Sicilia

(adesioni aggiornate al 29/12/2017)

Il testo su Facebook:

Su Articolo 21:

PER ADERIRE inviare una mail a: giornalistifreelance@gmail.com

24 ottobre 2017

PAGAMENTO INPGI 2: CONTRIBUTO ASSOSTAMPA FVG

(scadenza: 31 ottobre 2017)


Anche quest’anno l'Assostampa del Friuli Venezia Giulia conferma il sostegno finanziario per il pagamento del contributo minimo dell'Inpgi 2, riservato ai colleghi iscritti al sindacato in difficoltà economiche.

L'iniziativa propone agli iscritti all'Assostampa in condizioni di difficoltà, con particolare riferimento a precari, freelance, disoccupati e soggetti deboli, un sostegno economico per consentire il pagamento del contributo minimo della gestione separata Inpgi nell'anno in corso.

Potranno fare richiesta di contributo i colleghi che abbiano effettuato il versamento per il contributo minimo alla gestione separata Inpgi 2 nei termini previsti (30 settembre), e che risultino iscritti all'Assostampa Fvg e in regola con le quote degli anni 2016 e 2017.

Le richieste dovranno essere presentate entro il 31 ottobre 2017. Ogni richiesta dovrà essere accompagnata da una breve relazione sulla situazione economico-professionale del collega, dalla ricevuta dell'avvenuto pagamento del contributo minimo alla gestione separata dell'Inpgi, e da una documentazione che attesti il reddito.

Una commissione formata da componenti del Direttivo regionale Assostampa valuterà le richieste e l’entità dei contributi.

Le richieste vanno inviate alla sede dell'Assostampa FVG, via email a: info@assostampafvg.it

08 ottobre 2017

OGGI A TRIESTE E UDINE BALLOTTAGGI ODG FVG


 E UNA RIFLESSIONE DI MONICA NARDINI
(candidata freelance)



Oggi, domenica 8 ottobre, ai seggi di Trieste e Udine si tengono i ballottaggi per eleggere due giornalisti professionisti, per completare il Consiglio dell’Ordine del Friuli Venezia Giulia. 4 i candidati, 2 gli eleggibili, 2 le preferenze esprimibili. 

I 4 candidati (elencati secondo i voti raccolti al primo turno), sono: Renato D’Argenio (57 voti), Monica Nardini (45), Alessandro Di Giusto (14), Niko Stokelj (2)

Possono votare i soli professionisti, dalle ore 10 alle 18:
- a Trieste, nella sede dell'Ordine, Corso Italia 13, i residenti nelle province di Trieste e Gorizia
- a Udine, alla Società Filologica Friulana, via Manin 18, i residenti a Udine e Pordenone


Sulle elezioni dell’Ordine del FVG, e su alcune criticità della professione giornalistica in Italia, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota della candidata freelance Monica Nardini, che si richiama al dibattito sviluppato agli Stati generali dell’Informazione precaria, organizzati nel 2013 dal Coordinamento giornalisti precari e freelance del FVG.
Mi sono venute in mente queste riflessioni scritte quattro anni fa…

Per fortuna ora ci siamo: il rinnovamento è in corso e la categoria è chiamata a dare risposte celeri e strumenti nuovi. Per un giornalismo dal profilo chiaro, non improvvisato né associato a interessi pubblicitari. Che deve riacquistare la dignità di una professione e come tale essere praticato nei fatti e adeguatamente remunerato. In tutte le sue declinazioni: dalla parola all'immagine. 

Oggi, come sapete, si tornerà al voto per eleggere gli ultimi due consiglieri regionali professionisti dell'Ordine in ballo, tra quattro candidati. 

Io rappresento, tra questi, l'unica proveniente dal bacino degli autonomi e freelance, categoria ormai affollatissima a cui spero di poter dare adeguata voce. 

Ricordo che le urne saranno aperte dalle 10 alle 18 nelle solite sedi di Udine e Trieste e che ogni singolo voto sarà, per tutti noi, preziosissimo.

[ Monica Nardini ]


ATTIVITÀ GIORNALISTICA... CIOÈ?
(di Monica Nardini, 14 novembre 2013)



Stanno per concludersi, in uno spazio online creato appositamente, gli Stati Generali dell'Informazione Precaria del Friuli Venezia Giulia (https://www.facebook.com/groups/1395840217319812/): un'occasione di confronto sui principali problemi dei giornalisti non contrattualizzati e sulle possibili e migliori soluzioni da adottare. In quest'ambito è stato rilanciato il contributo di Maurizio Bekar, coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, all'ultimo rapporto Lsdi sulla professione giornalistica in Italia (www.articolo21.org/2013/11/il-lavoro-autonomo-un-elemento-deflagrante-ora-dalle-analisi-alle-buone-pratiche/). Un testo che ha stimolato varie riflessioni, anche nella sottoscritta.
 
Tra i vari aspetti trattati, concordo pienamente con l'autore sulla necessità di far corrispondere "a uguale lavoro, uguale paga" «e che pertanto il lavoro autonomo non può costare meno di quello dipendente». Penso anche che «l'Ordine dovrebbe rappresentare tutti quelli che esercitano effettivamente la professione», ma con l'espressione "esercitare effettivamente la professione" intendo coloro che rispettano il Giornalismo in quanto tale, che hanno a cuore la qualità del servizio informativo, così come l'etica e la deontologia.
 
Selezionare queste persone sulla base dei loro contributi all'Inpgi, come propone Maurizio Bekar, lo trovo tuttavia fuorviante. Tra coloro, per esempio, che dichiarano di non avere redditi di natura giornalistica, potrebbero esserci colleghi rimasti disoccupati proprio perché non disposti ad accettare condizioni "lavorative" indecenti o che hanno lavorato da dipendenti in una testata all'estero. Viceversa, tra chi dichiara, magari, fior fiore di contributi, potrebbero esserci colleghi inseriti in contesti lavorativi deontologicamente discutibili, se non incompatibili con l'appartenenza all'Ordine. Nella comunicazione dei redditi per attività autonoma, poi, fa fede la dichiarazione del giornalista sull'effettiva natura giornalistica dei compensi indicati: chi garantisce che qualcuno non sarebbe disposto a "bluffare" in tal senso pur di continuare a essere iscritto all'Albo?
 
Come giustamente fa presente Bekar, «andrebbe perseguito con rigore chi esercita attività giornalistica senza essere iscritto all'Ordine» (l'esercizio abusivo della professione è un reato, come ben sappiamo). Proprio per questo ritengo fondamentale e urgente che chi di dovere espliciti, per quanto possibile, le caratteristiche che un'attività, al giorno d'oggi, dovrebbe avere per essere riconosciuta come giornalistica (in particolare nella Rete). E che intervenga, appunto, con coerenza, autorevolezza e tempestività per tutelarla e promuoverne il rispetto da parte di tutti gli attori coinvolti: giornalisti, editori, lettori, ecc. Ciò non vuol dire, ovviamente, escludere o penalizzare la preziosissima partecipazione attiva dei cittadini, ma trovare il modo di incanalare strumenti e opportunità informative integrando adeguatamente ruoli e competenze. Queste eventuali precisazioni avrebbero chiaramente degli effetti sulle iscrizioni all'Albo e sulla formazione degli iscritti, per i quali vi sono (giustamente) il sorgere di diritti e doveri e l'assoggettamento a particolari poteri disciplinari. Non ci sarebbe, inoltre, questa dilagante confusione di ruoli, che fa comodo a tanti, eccetto che a noi giornalisti (ancor più se non contrattualizzati).
 
Nella Rete, ma non solo, pullulano offerte di lavoro per "profili ibridi", per posizioni che permettono anche ai non iscritti all'Ordine di offrire, nella sostanza, un vero e proprio servizio informativo. Ci si imbatte in concorsi pubblici in cui si ricercano blogger o esperti di comunicazione, piuttosto che giornalisti veri e propri, nonostante la prevalenza dei compiti richiesti sia, appunto, di tipo informativo. Oppure in realtà editoriali come "The Blasting News" (www.blastingnews.com/), che propone a chi lo desidera di «diventare parte dell'informazione globale» e guadagni «fino a 130€ ad articolo». Capita anche di leggere l'annuncio di una «casa editrice europea» che «per magazine online italiano cerca redattori per la creazione di guide online, ricette e recensioni». «Non si cercano tanto giornalisti, – si fa presente tuttavia nell'offerta di lavoro (http://roma.bakeca.it/lavori-da-casa-telelavoro/redattore-per-guide-lavoro-cxjp54612567) – piuttosto amanti della scrittura»... 
 
Insomma, finché non sarà comunicato con chiarezza che cosa si intende oggi per "funzioni di un giornalista" e finché l'esercizio della professione non sarà tutelato di conseguenza (e con fermezza), continueranno a esistere (e a moltiplicarsi) queste "zone grigie" in cui avere il tesserino non solo non è considerato un valore aggiunto, ma è pure penalizzante. A tal proposito, desidero spendere due parole anche sulla trasmissione televisiva "Donnavventura" (in onda su Rete4, la domenica), che da più di vent'anni propone le spedizioni effettuate da un gruppo di ragazze rigorosamente selezionate. La candidata ideale, si legge nel sito del programma (www.donnavventura.com), «deve essere consapevole che non si tratta di una vacanza bensì di un'esperienza "lavorativa" assai particolare: quella di vivere in prima persona i retroscena di una produzione televisiva, partecipando direttamente ed attivamente a quello che sarà il prodotto finale. Per questo […] deve saper trasmettere le ricchezze acquisite durante il viaggio ad altri, tramite articoli, immagini e filmati». «L'evento è finalizzato alla realizzazione di immagini video […] e immagini fotografiche, che verranno utilizzate […] per programmi televisivi, reportage giornalistici ed altre iniziative connesse al format. Ogni DA sarà la reporter di riferimento di più testate giornalistiche e/o radiofoniche». «Quale "inviata speciale", […] dovrà possedere discrete doti giornalistiche ed essere quindi in grado di redigere un reportage». Nonostante i compiti richiesti, però, la partecipazione al programma, come si legge nel regolamento, «è riservata in ogni caso a chi non possiede il titolo di giornalista professionista o pubblicista. Pertanto sin dalla fase di selezione finale la candidata dovrà dichiarare all'organizzatore se sia in possesso di tale qualifica. Il titolo di giornalista pubblicista professionista anche se ottenuto o scoperto nel corso della spedizione comporta l'immediata espulsione dall'evento».
 
Ecco. Fintantoché non si metteranno a posto le cose su questo fronte, in tanti continueranno a non comprendere quale sia il valore aggiunto, oggi, dell'appartenere a un Ordine che appare rigido, obsoleto e incapace di fronteggiare concretamente – con umiltà e determinazione – queste problematiche, attraverso un rinnovamento che deve essere prima di tutto culturale. Quali sono, oggi, le funzioni del giornalista? Quali caratteristiche devono avere le attività che svolge? Credo che si debba (ri)partire da qui per poter affrontare efficacemente parte dei problemi, anche di natura economica, malgrado le enormi difficoltà che comporta una simile operazione concettuale. Un blogger o un web content editor, almeno in determinati contesti, potrebbero avere compiti di natura sostanzialmente giornalistica? Se sì, dovrebbero, quindi, far parte dell'Ordine? Gli iscritti non contrattualizzati del sindacato potrebbero, inoltre, diventare più numerosi attingendo a questi "bacini lavorativi"?
 
Come ha fatto presente in una lettera al "Corriere della Sera" (http://archiviostorico.corriere.it/2013/agosto/17/Quelle_regole_restituire_alla_professione_co_0_20130817_51b839e0-06ff-11e3-b94f-9c4206d8238b.shtml) Vittorio Roidi – docente di Etica e deontologia del giornalismo, in passato presidente della Fnsi e segretario del Consiglio Nazionale dell'Ordine – abbiamo bisogno di ristabilire delle regole: «Se al sistema democratico sono utili professionisti veri, chiariamo cosa devono sapere e fare. Come per un medico o un avvocato. Un giornalista professionista non può essere considerato – come avviene nei contenitori televisivi pomeridiani – alla pari di una starlette e neanche di un famoso accademico. Perché lui deve avere l'obbligo di cercare la verità, deve essere visto dal pubblico come un garante, un notaio. […] se la professione ha ragione di esistere deve essere accompagnata da un'etica, da una preparazione, da comportamenti adeguati».

[ Monica Nardini ] 

01 ottobre 2017

DOMENICA 1 ELEZIONI ODG: VOTA ANCHE I FREELANCE

VOTA ANCHE I FREELANCE 
MONICA NARDINI (Consiglio Regionale, professionisti)
GIANFRANCO TERZOLI (Revisore dei conti, pubblicista)




Questa domenica, dalle 10 alle 18, a Trieste e Udine, si vota per il rinnovo dell’Ordine dei giornalisti. 
Uno dei principali obiettivi del prossimo mandato, come ricorda il Presidente dell’Ordine del FVG, Cristiano Degano, è“proporre al Parlamento, nel modo più unitario possibile, la riforma della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti, risalente ormai al lontano 1963, a cominciare da nuove norme per l’accesso alla professione”.

In questo contesto l’Ordine del FVG, in spirito di collaborazione con l’Assostampa e il Coordinamento giornalisti precari e freelance, presenta una rosa articolata e unitaria di candidati. 

Più in particolare qui, assieme alle altre, segnaliamo due candidature espressione diretta del Coordinamento precari e freelance, sostenute anche dall’Assostampa e dall’Ordine FVG: 

- Fra i candidati professionisti al Consiglio Regionale (6 preferenze) la freelance MONICA NARDINI (Udine, professionista dal 2007, Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino, collaboratrice di Udinese TV e già di altre testate, tra le quali Euronews)
Qui la presentazione dettagliata della candidatura: https://goo.gl/1ik2Km

- Per il Revisore dei Conti pubblicista (1 sola preferenza), il freelance GIANFRANCO TERZOLI (Trieste, pubblicista full time dal 1996, collaboratore e direttore di varie testate, e addetto stampa di varie realtà).
Qui la presentazione dettagliata della candidatura: https://goo.gl/y5pncH

DOMENICA 1 È IMPORTANTE VOTARE, perché si vota per sostenere un processo di riforma dell’Ordine, la cui legge istitutiva del 1963 non è più al passo con i tempi, né con l’evoluzione della professione. E oggi, tra l’altro, la larga maggioranza dei giornalisti attivi è formata da autonomi, freelance e precari. Dunque un motivo in più per votare oggi (anche) dei freelance.

L’invito a tutti i colleghi è dunque di recarsi a votare, e fra gli altri candidati unitari proposti, VOTARE ANCHE I FREELANCE MONICA NARDINI e GIANFRANCO TERZOLI


PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA
DI MONICA NARDINI
(Consiglio Regionale, professionisti)


​Udinese, classe 1978, “respiro” giornalismo da oltre quindici anni. Laureata in Scienze della Comunicazione a Trieste, ho mosso i primi passi nella redazione di Telequattro e frequentato poi l'Ifg di Urbino. Professionista dal 2007, ho collaborato con varie testate televisive, cartacee e online (anche estere, come Euronews) occupandomi prevalentemente di cronaca. 
Dal 2014 lavoro, come giornalista autonoma, per Udinese TV. Appassionata di fotogiornalismo, da tempo collaboro inoltre con Fotografia&Informazione, associazione italiana giornalisti dell'immagine.

Ho scelto di candidarmi al Consiglio Regionale per poter contribuire al processo di rinnovamento della professione e dell'Ordine stesso, vivere attivamente questa delicata fase storica di trasformazione. 
Per favorire credibilità, qualità, dignità, sperimentazione e aggiornamento tecnologico. 
Per migliorare assieme su tutti i fronti: formativo, etico, deontologico, salariale e imprenditoriale.

[Monica Nardini]


PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA
DI GIANFRANCO TERZOLI
(Revisore dei conti, pubblicista) 


Non mi sono mai particolarmente piaciuti i lunghi discorsi e del resto la nostra professione, oggi più che mai, ci impone di essere sintetici e concisi. Per questo, anche nel rispetto del compito che mi sono preposto si svolgere se eletto, preferisco piuttosto guardare ai fatti e alla concretezza. 

Dirò quindi che sono iscritto all'Ordine del FVG dal 1996, ma che ho scritto il mio primo articolo nel 1986 e da allora non ho mai smesso, tra alterne vicende, passando attraverso tante promesse e altrettante chiusure di testate. 

Da molti anni sono direttore del web magazine Nordest News, uno dei primi giornali online della regione. In questi anni penso quindi di aver collaborato con tutte (o quasi) le redazioni di radio e tv private, settimanali e quotidiani di lingua italiana di Trieste. 

Ho lavorato nel web, nel cartaceo e nell'etere, cercando sempre di svolgere il mio lavoro con serietà e professionalità e credo pertanto di non esagerare affermando di conoscere abbastanza a fondo questa professione, quali sforzi e sacrifici richieda e quale passione muova chi la pratica. Specialmente oggi, quando sono così tante le difficoltà e la precarietà che la accompagnano. 

Da sempre vicino all'attività del sindacato all'interno del Coordinamento precari e freelance, mi avvicino a queste elezioni con umiltà, accettando di candidarmi con spirito di servizio per poter mettere a disposizione, anche in questo contesto, tutta la mia esperienza e professionalità. 

Grazie a chi vorrà credere in me.

[Gianfranco Terzoli]


DALLA CIRCOLARE ODG SULLE CANDIDATURE:

La legge prevede che siano eleggibili tutti gli iscritti all'Albo dei giornalisti del FVG, purché abbiano un'anzianità di cinque anni di iscrizione all'Albo alla data stabilita per l’assemblea in prima convocazione (24 settembre 2017).  
Per i professionisti verrà considerata anche l'eventuale precedente iscrizione all'elenco dei pubblicisti. 
Per poter essere eletti al Consiglio nazionale è inoltre necessario avere una posizione Inpgi attiva.


LE PROPOSTE DEL CONSIGLIO REGIONALE USCENTE DELL'ODG:  

Fermo restando che qualunque collega che abbia i requisiti richiesti può candidarsi e rendere pubblica la propria candidatura anche all’apertura dei seggi, il Consiglio regionale uscente vi propone di mantenere per il prossimo triennio buona parte della squadra che ha lavorato in questi anni, rafforzandola anzi con il contributo di nuove professionalità, tenendo anche conto della rappresentanza territoriale, di una maggiore presenza di genere e di un necessario, seppur graduale, ricambio generazionale.

Queste le proposte:

PROFESSIONISTI  

Consiglio nazionale:  
Piero Villotta

Consiglio regionale:  
Cristiano Degano
Mattia Assandri
Renato D’Argenio
Giulio Garau
Monica Nardini
Breda Pahor

Revisori dei Conti:  
Giuseppe Longo
Stefano Bizzi  


PUBBLICISTI 

Consiglio nazionale:  
Paola Dalle Molle

Consiglio regionale:  
Amos D’Antoni
Gianfranco Battisti
Roberto Cannalire

Revisori dei Conti:  
Gianfranco Terzoli

COLLEGIO UNICO NAZIONALE (Minoranze linguistiche)  
Consiglio nazionale:
Giorgio Banchig (pubblicista)


SI VOTA DOMENICA 1 OTTOBRE NEI SEGGI DI TRIESTE E UDINE
(ore 10-18):

- a Trieste nella sede del Consiglio Regionale dell'Ordine in Corso Italia 13, per gli iscritti residenti nelle province di Trieste e Gorizia;

- a Udine nella sede della Società Filologica Friulana in via Manin 18, per gli iscritti residenti nelle province di Udine e Pordenone;

I seggi resteranno aperti dalle ore 10 alle ore 18


BUONE ELEZIONI, DOMENICA 1 OTTOBRE, DALLE 10 ALLE 18 !

25 settembre 2017

PROFESSIONE AUTONOMI: I DIRITTI E IL GIORNALISMO

Martedì 26 settembre 2017 
tavola rotonda a Stampa Romana
(Con diretta Facebook aperta a tutti, ore 10-16.30)



Il punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l'approvazione dello 'Statuto del lavoro autonomo'. Presenti, tra gli altri, il presidente e il coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, Mattia Motta e Maurizio Bekar

L’Associazione Stampa Romana organizza, martedì 26 settembre dalle 9.30 alle 16.30, una tavola rotonda tra politica, sindacati, associazioni e lavoratori autonomi per fare un punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l’approvazione dello “Statuto del lavoro autonomo”. L’incontro si svolge nella sala conferenze di piazza della Torretta, 36 a Roma.

«Vogliamo così riportare l’attenzione – sostiene la segreteria di Stampa Romana – su un provvedimento che ha introdotto alcune norme a tutela dei lavoratori autonomi ed evidenziare la condizione della maggioranza dei nostri colleghi giornalisti a partita Iva e del lavoro autonomo professionale e ordinistico solo molto parzialmente interessato dalle norme contenute nel provvedimento».

L’incontro verterà intorno ad una serie di domande: Quale futuro aspetta questa forza lavoro? Cosa accade all’organizzazione del lavoro giornalistico con una produzione sempre più esternalizzata? Cosa accade all’equo compenso? Quali diritti sindacali e ordinistici possono chiedere i colleghi? Quali servizi offrono i corpi intermedi e territoriali, dalla Regione Lazio alle organizzazioni professionali? Quali servizi Stampa Romana sta offrendo ai lavoratori autonomi?

Alla tavola rotonda parteciperanno: Cesare Damiano (presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati); Maurizio Sacconi (presidente della commissione Lavoro del Senato della Repubblica); Andrea Mandelli (Forza Italia, vice presidente 5a commissione permanente Bilancio del Senato), Lucia Valente (assessore al Lavoro della Regione Lazio); Tiziana Ciprini e Claudio Cominardi (Movimento 5 Stelle); Chiara Gribaudo (Partito Democratico); Claudio Riccio (Sinistra Italiana); Francesca Pesce (Acta – Associazione dei freelance); Andrea Dili (Confprofessioni Lazio); Cosimo Matteucci (Mga – Mobilitazione generale degli avvocati); Francesco Raparelli (Clap – Camere del lavoro autonomo e precario); Chiara Faini (Smart Italia); Christian Perniciano (Cgil, Consulta del lavoro professionale); Mattia Motta (Fnsi – Federazione Nazionale della Stampa Italiana); Maurizio Bekar (Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi);  Nicola Chiarini e Massimo Marciano (Comitato amministratore Gestione previdenziale separata Inpgi), Virginia Alimenti (Consulente finanziamenti europei per Stampa Romana), Giorgio Poidomani (Consulente progetti editoriali per Stampa Romana); Gianni Giacobelli (Fisco online); Lazzaro Pappagallo (segretario Stampa Romana); Monica Soldano (segreteria Stampa Romana); Roberto Ciccarelli (segreteria Stampa Romana).


Il programma della giornata:

10.00 – Associazioni, politici e sindacati del lavoro autonomo a confronto sullo “Statuto del lavoro autonomo”. Coordina Roberto Ciccarelli.
12.00 – Le politiche della Regione Lazio sul lavoro autonomo. Incontro con l’assessora al Lavoro della Regione Lazio Lucia Valente. Coordina Monica Soldano.
12.30 – Lo statuto del lavoro autonomo e le libere professioni. Quale rapporto, quale futuro? Intervista a Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato. Coordina Roberto Ciccarelli.
13.00 – Break.
14.00 – Il futuro delle politiche per il lavoro autonomo in Italia. Incontro con i parlamentari e i politici. Coordinano Roberto Ciccarelli e Maurizio Bekar.
15.00 – I diritti dei lavoratori autonomi. Intervista a Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. Coordina Roberto Ciccarelli.
15.30 – Il lavoro autonomo nel giornalismo italiano: le politiche degli enti di categoria. Coordina Maurizio Bekar.
16.00 – I servizi di Stampa Romana per i giornalisti lavoratori autonomi. Coordina Monica Soldano con Virginia Alimenti, Giorgio Poidomani e Gianni Giacobelli.

Diretta Facebook sulla pagina di Stampa Romana: www.facebook.com/StampaRomana/

(Fonti: Stampa Romana, Fnsi)

22 settembre 2017

ALLA RICERCA DELL'EQUO COMPENSO PERDUTO

LEGGE SULL'EQUO COMPENSO:
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
PER UNA SUA SOLLECITA ATTUAZIONE



I deputati Giulio Marcon e Annalisa Pannarale (SI - SEL - Possibile) hanno presentato lunedì 18 settembre un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri per sapere "quali iniziative intenda assumere per garantire che la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico concluda positivamente i suoi lavori in tempi rapidi e quali altre iniziative ritenga necessario promuovere per garantire che il lavoro dei giornalisti free lance sia retribuito in maniera equa e proporzionata, in attuazione dell'articolo 36 della Costituzione".

L'interrogazione ricorda come la legge 233/2012 sull'equo compenso, sebbene in vigore, è inattuata da quasi 5 anni e come le sottoretribuzioni dei giornalisti non dipendenti, che rappresentano la maggioranza della categoria, sono da allora rimaste le stesse o peggiorate. 

In queste settimane in altre categorie professionali, in Parlamento e al Governo, si discute - giustamente - di riconoscere con forza di legge ad altre tipologie di lavoratori autonomi (iniziando con gli avvocati) il diritto a un equo compenso dignitoso, e sconfiggere così le corse sfrenate al ribasso delle retribuzioni del lavoro. 

Sarebbe quindi a maggior ragione doveroso dare finalmente attuazione anche a una legge già in vigore - e finora disattesa - nata a tutela dei giornalisti non dipendenti. Ai quali andrebbero riconosciute retribuzioni in «coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato», come prescrive la legge 233/2012.

Maurizio Bekar
coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
vicesegretario dell'Assostampa FVG per il lavoro autonomo

(Di seguito il testo dell'interrogazione parlamentare)


Interrogazione a risposta orale 3-03238
presentato da
MARCON Giulio
Lunedì 18 settembre 2017, seduta n. 852

MARCON e PANNARALE — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

la legge 31 dicembre 2012, n. 233, ha introdotto l'equo compenso nel settore giornalistico, al fine di garantire la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dai giornalisti che non siano titolari di un rapporto di lavoro subordinato;

nonostante la legge sia formalmente in vigore da quasi un lustro, è rimasta inapplicata perché Tar e Consiglio di Stato hanno annullato la delibera della commissione per l'equo compenso (sentenza 1076 del 2016, terza sezione), in quanto essa contraddice lo spirito e la lettera della legge n. 233, laddove proclama di dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione che garantisce al lavoratore «una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa»;

di conseguenza, le condizioni applicate dagli editori e dai direttori ai giornalisti free lance, o comunque non titolari di un contratto di lavoro subordinato, sono rimaste le stesse o sono peggiorate;

la prassi è che articoli, anche da prima pagina, siano pagati pochi euro. Una delle condizioni peggiori che si possa raccontare è quella dei giornalisti che si recano nelle zone di guerre, che in proprio sopportano spese di viaggio, di interpretariato, di assicurazione sulla vita e per quanto altro sia necessario allo svolgimento dell'attività. C'è anche chi rinuncia ad assicurarsi per i costi;

tale situazione, che esiste solo in Italia, non può essere giustificata con la crisi che vive il mondo dell'editoria, perché i giornali e l'informazione sul web si fanno con gli articoli scritti dai free lance, che costituiscono ormai oltre il 60 per cento della categoria;

la Commissione istituita per stabilire l'equo compenso aveva adottato il 29 gennaio 2014 una delibera che correttamente Tar e Consiglio di Stato (sent. 1076 del 2016, terza sezione) hanno annullato, in quanto contraddiceva lo spirito e la lettera della legge n. 233. La recente legge sull'editoria (legge 26 ottobre 2016, n. 198) ha prorogato le funzioni della Commissione fino all'approvazione della nuova delibera che definisca l'equo compenso, ma occorre che ciò avvenga presto e in maniera coerente con il dettato normativo per impedire che il giornalismo in Italia muoia e con esso il diritto alla libertà di informazione e all'informazione corretta;

attraverso la tutela dei giornalisti è possibile garantirsi un argine contro le «bufale» e l'informazione artefatta, il cui numero e peso sono in costante crescita;

occorre che nel concetto di «remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dai giornalisti», la Commissione includa anche la copertura di tutte le spese necessarie per la scrittura di articoli e reportage, in «coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato», come si esprime la legge –:

quali iniziative intenda assumere per garantire che la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico concluda positivamente i suoi lavori in tempi rapidi e quali altre iniziative ritenga necessario promuovere per garantire che il lavoro dei giornalisti free lance sia retribuito in maniera equa e proporzionata, in attuazione dell'articolo 36 della Costituzione.

21 settembre 2017

INPGI 2, PIU' DIGNITA' AL LAVORO AUTONOMO



VIA LIBERA A DISOCCUPAZIONE
MATERNITÀ E CASAGIT
PER AUTONOMI E PARASUBORDINATI





INPGI 2: approvate dal Comitato amministratore maggiori prestazioni previdenziali e di welfare per autonomi e parasubordinati.

Lorusso e Motta (FNSI): «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».

CLAN - FNSI: riconoscimenti ai contributi giunti sul tema della Commissione nazionale lavoro autonomo.

Le modifiche al Regolamento, per entrare in vigore, dovranno ora venir approvate dai ministeri vigilanti.


(Di seguito il comunicato Fnsi e documentazione)


Approvata dal Comitato amministratore della Gestione separata la revisione del Regolamento. Pensioni più alte e maggiori tutele di welfare a fronte di un incremento graduale dei contributi. Lorusso e Motta: «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».


Casagit senza oneri per 6mila colleghi, tutela della maternità a rischio, trattamento di disoccupazione per i CoCoCo, pensioni più alte. Il Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi ha approvato oggi una revisione molto importante del regolamento.
Si tratta di un intervento organico e complessivo che riforma e rimodula il regolamento della Gestione separata a vent’anni dalla sua costituzione. Da allora il mondo del lavoro autonomo è molto cambiato per tutti, per i giornalisti in maniera particolare.
Vent’anni fa i cosiddetti freelance erano una parte marginale della categoria, oggi sono più numerosi dei lavoratori dipendenti, il lavoro autonomo è diventato la nuova forma di lavoro per tutti quelli che sono stati espulsi dalle redazioni a causa dei processi di ristrutturazione delle aziende o per tutti i giovani che non riescono ad avere un contratto a tempo indeterminato.

«L’obiettivo di questa riforma – spiegano i componenti del Comitato amministratore sul blog InpgiNotizie – è duplice: da una parte cercare, nei limiti di quello che ci è consentito dalla normativa, di migliorare le prestazioni previdenziali future, dall’altra offrire maggiori coperture di welfare fermo restando che nessuno di noi può intervenire su quello che è il vero problema del lavoro autonomo giornalistico, cioè l’insufficienza dei redditi. L’obiettivo ambizioso che dobbiamo avere come amministratori è quello di contribuire a dare dignità al lavoro autonomo costruendo una cultura previdenziale, facendo in modo che i colleghi non percepiscano più il contributo come una tassa ma come ricchezza futura e l’istituto non come un esattore ma come un fornitore di servizi all’interno del sistema solidale della categoria. Le proposte articolate che presentiamo oggi rispondono a questa logica e aiutano a fare del giornalista iscritto all’Inpgi2 un libero professionista come lo sono già gli avvocati, i commercialisti, i notai e tanti altri».

L’intervento principale riguarda la previdenza: a fronte di un incremento graduale e progressivo del contributo soggettivo e del contributo integrativo si otterrà al termine della vita lavorativa un miglioramento della prestazione pensionistica di circa il 30 per centro. Una quota del contributo integrativo e una parte dei rendimenti della gestione saranno destinati annualmente a coperture di welfare. Il primo intervento deciso riguarda la copertura dei costi per l’iscrizione alla Casagit a favore dei colleghi con redditi bassi. Altri interventi significativi riguardano la maternità e, per i CoCoCo, l’introduzione del sussidio di disoccupazione e la copertura degli infortuni professionali.

Tutte le modifiche sono soggette all’approvazione dei ministeri vigilanti e quindi entreranno in vigore solo dopo il via libera ministeriale.


Raffaele Lorusso e Mattia Motta: «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».
«I provvedimenti approvati dal Comitato amministratore della Gestione separata dell’Inpgi – commentano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e il presidente della Commissione lavoro autonomo, Mattia Motta – rafforzano le tutele per i lavoratori autonomi e per i collaboratori coordinati e continuativi. Le norme che garantiscono la maternità, l’assicurazione contro gli infortuni, il trattamento di disoccupazione e l’accesso alla Casagit rappresentano un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente e sono il frutto della sintonia assoluta fra Inpgi e sindacato. Nella messa a punto dei provvedimenti, il Comitato amministratore della Gestione separata dell’Inpgi ha accolto anche le proposte e gli auspici elaborati dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi. Eguale determinazione deve caratterizzare la comune battaglia per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori non dipendenti e per il contrasto a qualsiasi abuso e a qualsiasi forma di sfruttamento».

PER APPROFONDIRE:
Disponibile sul blog InpgiNotizie la scheda tecnica di approfondimento della proposta di riforma del Regolamento approvata dal Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi.

20 settembre 2017

AGRIGENTO, ASPIRANTI PUBBLICISTI NON PAGATI: ESTORSIONE

INDAGINE PER ESTORSIONE
su editore e direttore di giornale online,
dopo esposto dell'Ordine della Sicilia


Accusati di aver costretto i collaboratori a simulare di aver ricevuto i compensi, necessari da dichiarare per iscriversi all'albo. A denunciare i fatti l'Odg Sicilia, che ha ottenuto che il giudice disponesse nuove indagini.


Il Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano ha respinto la richiesta di archiviazione e ordinato alla Procura di contestare l'ipotesi di estorsione all'editore e al direttore di una testata giornalistica online di Cammarata, accusati di avere costretto i collaboratori a simulare di avere ricevuto i compensi che è necessario dichiarare per potersi iscrivere all'elenco dei pubblicisti.

«Dopo che a Catania un editore era stato condannato a 3 anni e 4 mesi per avere ricattato una collaboratrice, costringendola a rinunciare ai compensi per ottenere i documenti necessari a iscriversi all'albo dei giornalisti – commenta, in una nota, l'Ordine dei giornalisti di Sicilia – un altro giudice, stavolta ad Agrigento, decide di verificare se alcune pratiche non siano state truccate, con l'imposizione di un analogo ricatto ai danni degli aspiranti pubblicisti».

A denunciare i fatti era stato l'Ordine di Sicilia, che, attraverso l'avvocato Calogero Noto Millefiori, ha ottenuto pure che il giudice disponesse una serie di nuove indagini: dovranno essere così sentiti i collaboratori – alcuni dei quali avevano ammesso di aver dovuto restituire le somme a loro apparentemente versate – e dovranno essere svolte indagini bancarie sui conti e sugli assegni, verificando contestualmente se le rinunce ai pagamenti fossero dovute a "velate minacce" e se non sia stata commessa una truffa ai danni dell'Ordine.

«A dispetto di chi ci accusa demagogicamente e con palese malafede di "violare i diritti" – prosegue l'Ordine – la decisione del Gip di Agrigento dimostra che il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia è l'unico che tutela, nei fatti e non a parole, i pubblicisti dell'Isola. Tutti i colleghi sanno che avranno sempre al fianco il loro Consiglio dell'Ordine e che le rigorose verifiche condotte per consentire l'accesso all'albo solo a chi svolge effettivamente la professione di giornalista vengono fatte (con fatica, impegno, passione e sovraesposizioni giudiziarie) solo ed esclusivamente in favore di loro e di tutti gli altri giornalisti siciliani. Il nostro tesserino è un titolo di Stato che, se venisse regalato, come vorrebbero i "signori delle tessere", perderebbe qualsiasi valore per tutti, e con esso ancora di più la nostra professione». 

(Agi – Palermo, 20 settembre 2017). Da Fnsi newsletter