18 luglio 2014

GIORNALISMO LOW COST ? AHI, AHI, AHI...


L'intervento di Alessandro Martegani, segretario dell'Assostampa Fvg,
a proposito di Agon Channel, tv italiana delocalizzata in Albania.


E ora arriva anche la “Ryanair della tv italiana”… Come se non bastassero tutti i problemi e le umiliazioni a cui sono già sottoposti il giornalismo e i giornalisti italiani, dobbiamo anche assistere alla celebrazione delle basse retribuzioni e dei cronisti tuttofare. Non posso infatti condividere i toni soddisfatti che emergono dall’intervista rilasciata dal collega Alessio Vinci al Corriere della Sera (http://www.corriere.it/spettacoli/14_luglio_15/arrivo-tv-fatta-albania-reality-serie-parlano-italiano-d5dbcbf4-0bec-11e4-b3f9-bc051e012a1f.shtml) e ripresa da vari giornali on line, quando annuncia l’ormai prossimo avvio delle trasmissioni di una nuova Tv italiana, delocalizzata in Albania, definita, con un paragone infelice, la “Ryanair della Tv italiana”. 

Il concetto è semplice: delocalizzare una tv generalista in Albania per pagare di meno dipendenti e strutture, e far fare ai giornalisti un po’ di tutto, dal loro lavoro, al montaggio alle riprese; il tutto, assicura Vinci, direttore della nuova Tv, permetterà “di produrre una trasmissione di qualità a un decimo del costo”. "Non c'è più spazio per le grandi redazioni con decine di colleghi che fanno al massimo un servizio al giorno” proclama il neo direttore: la nuova redazione sarà composta da cronisti “che sanno, da soli, realizzare un servizio video, dalle riprese al montaggio”. 

Evidentemente al collega sfugge che i tempi delle “grandi redazioni con decine di colleghi che fanno al massimo un servizio al giorno” sono finiti da un pezzo, con rare eccezioni, e che il modello proposto dalla nuova illuminata direzione per il settore informativo viene applicato costantemente da anni nella stragrande maggioranza delle Tv locali e non, con risultati del tutto discutibili dal punto di vista della qualità e della correttezza dell’informazione. 

È evidente infatti che un collega incaricato di fare più servizi al giorno, spesso su temi del tutti differenti, curando anche immagini e montaggio, ben difficilmente avrà il tempo per un’accurata e doverosa ricerca e verifica delle notizie. Riunire in una sola persone tre professionalità diverse, altamente specializzate, e realizzare da soli un prodotto che solitamente è il risultato del contribuito di tre colleghi, ben difficilmente migliora la qualità. 

A smentire i toni trionfalistici di Vinci ci sono purtroppo anni di recente storia del giornalismo italiano, con editori alla ricerca continua di tagli e risparmi, che non hanno certo portato a una maggiore qualità, nonostante gli sforzi e l’impegno di migliaia di colleghi che spesso lavorano con paghe da fame e rapporti di lavoro precari

Lo stesso slogan della “nuova” esperienza televisiva, (“Il protagonista sei tu”), mi sembra l'ennesimo tentativo di riempire gli spazi con i contributi gratuiti degli utenti, non certo una ricerca di professionalità e di buona tv. 

Sia chiaro: siamo in un’economia di mercato, tutti hanno diritto di delocalizzare e d’impostare la propria azienda come meglio credono, ma presentare una simile operazione come una “novità”, una ricerca di qualità televisiva e di un nuovo modello, mi sembra del tutto fuori luogo. 

Sono poi curioso di sapere con quali paghe e quali inquadramenti saranno reclutati i colleghi che lavoreranno per la nuova Tv, e magari se anche i quadri dirigenti saranno sottoposti allo stesso criterio di retribuzione già annunciato per il personale che, come dice Vinci, “in Albania costa meno” consentendo di “produrre una trasmissione di qualità a un decimo del costo".

Nessun commento:

Posta un commento