19 dicembre 2013

ODG FVG: ISTITUIRE UN OSSERVATORIO SULLE CONDIZIONI DEI COLLABORATORI

La nota del Consiglio regionale dell'Ordine Fvg sull'esposto sulla Carta di Firenze archiviato dal Consiglio di Disciplina





Il Consiglio regionale dell’Ordine prende atto della delibera di archiviazione, da parte del Consiglio di Disciplina territoriale, dell’esposto dell’Assostampa e del Coordinamento giornalisti e precari freelance sulle condizioni di lavoro dei collaboratori nelle testate della regione.

Il Consiglio non entra nel merito della deliberazione del Consiglio di Disciplina, che è un organismo autonomo, ma non intende certo con tale presa d’atto archiviare il problema del precariato e dei compensi ai collaboratori spesso al di sotto di livelli ragionevolmente decorosi. Non spetta peraltro al Consiglio di Disciplina risolverlo, tanto più attraverso un esposto che, pur delineando un quadro complessivo decisamente preoccupante, non individua specifiche responsabilità di iscritti all’Ordine né documenta le singole violazioni. Al di là dell’appello annunciato dai ricorrenti al Consiglio di Disciplina nazionale dell’ordine dei giornalisti, il Consiglio regionale ritiene quindi di promuovere con decisione un’azione comune con l’Assostampa e il Coordinamento precari per un più puntuale monitoraggio delle condizioni di lavoro dei giornalisti collaboratori nelle testate della regione. 

A tal fine l’Ordine del FVG è pronto a istituire, anche a livello regionale, un “Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti”, previsto dalla Carta di Firenze come strumento paritetico fra Ordine e FNSI. Tutto ciò in attesa che si concludano i lavori della Commissione nazionale sull’equo compenso, prevista dalla legge 233/2012, che dovrebbe appunto definire l’entità dell’equo compenso. 

La legge, approvata nel dicembre 2012, è infatti successiva alla Carta di Firenze che demanda ai Consigli regionali dell’Ordine la definizione dei parametri di riferimento dei compensi. E, in presenza di una specifica legge sull’equo compenso e di una Commissione nazionale espressamente demandata a definirlo, sarebbe improprio lasciare ai singoli Ordini regionali la fissazione dei parametri.

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