11 luglio 2013

IL FVG AGLI STATI GENERALI DELL'INFORMAZIONE PRECARIA


Documento del Friuli Venezia Giulia 

in preparazione degli

Stati Generali dell’informazione precaria

(11-12 luglio 2013, Roma)

L’assemblea di preparazione degli Stati Generali dell’informazione precaria, convocata da Assostampa Friuli Venezia Giulia, Coordinamento precari e freelance e Commissione regionale Lavoro Autonomo dell’Assostampa FVG, ha approvato il seguente documento:


In Italia oltre la metà dei giornalisti attivi non ha un contratto a tempo indeterminato; la larga maggioranza degli inquadrati come autonomi guadagna in media meno di 10 mila euro lordi l'anno, e circa il 62% meno di 5 mila.

Il giornalismo precarizzato e sottopagato, senza diritti, prospettive e un welfare adeguato è diventato sempre più la norma del lavoro autonomo. In queste condizioni di sfregio ai diritti del lavoro e delle persone, ma anche di emergenza sociale, il giornalista lavoratore autonomo si trova spesso sotto un costante ricatto economico, e non può quindi essere il credibile garante di un'informazione libera, indipendente, oggettiva e di qualità.

Il diritto all'informazione e alla sua qualità non possono quindi essere disgiunti dai diritti del lavoro e dalle tutele che il contratto collettivo riconosce oggi ai giornalisti dipendenti.

Sui diritti da riconoscere o estendere anche ai non dipendenti vi è un'ampia serie di documenti, proposte e impegni, frutto spesso di elaborazioni o collaborazioni con le realtà dei giornalisti freelance, parasubordinati e precari oggi attive in tutta Italia.

Fra questi richiamiamo il documento-piattaforma della Commissione nazionale lavoro autonomo per il XXVI congresso della FNSI di Bergamo (“Freelance e precarietà: per i diritti del lavoro, per la libertà e la qualità dell’informazione”), l'ordine del giorno sul lavoro autonomo approvato per acclamazione dallo stesso congresso Fnsi, e la “Carta di Firenze - Della deontologia sulla precarietà nel lavoro giornalistico, testi nei quali ci riconosciamo, sui quali ci sentiamo impegnati, e di cui chiediamo la piena e puntuale attuazione.

Sottolineiamo inoltre le seguenti emergenze:

- Va perseguite con forza la stabilizzazione e contrattualizzazione dei tanti giornalisti che ne avrebbero titolo, spesso inquadrati fintamente come “autonomi” e co.co.co.
Le trattative per il nuovo contratto collettivo di lavoro devono quindi vedere tra i punti qualificanti la lotta al precariato, puntando alle stabilizzazioni e contrattualizzazioni del lavoro oggi fintamente autonomo, e ciò sia tramite l'art. 1 del contratto Fieg-Fnsi, ma anche (ove correttamente applicabili) le forme più flessibili degli art. 2 (collaboratori fissi) e 12 (corrispondenti), profili di cui vanno peraltro adeguati i tariffari, anche alla luce dei criteri della legge sull'equo compenso.
In ambito Fieg il ricorso ai co.coco. va il più possibile respinto, a favore delle altre forme contrattuali già presenti (art. 2 e art. 12), e non deve essere usato per mascherare rapporti di lavoro di altra natura, né per richiedere rapporti di collaborazione esclusiva.
Ai tavoli di lavoro della Fnsi con la Fieg per il rinnovo del contratto si chiede il massimo sforzo, la massima trasparenza e il permanente confronto con la base sui punti che riguardano autonomi, freelance e precari.
Si sollecita inoltre la convocazione della Commissione contratto, per porre sul tavolo strategie, proposte concrete e stringenti alla controparte editoriale, ed avviare un'articolata mobilitazione della categoria.

- Vanno però estese tutele e diritti anche a quanti non sono inquadrati o inquadrabili come dipendenti, e che sono quasi sempre parte debole nei confronti dei datori di lavoro.
Va quindi sostenuto con forza e con politiche attive il principio che diritti e tutele non possono essere appannaggio solo dei dipendenti, ma di tutti i giornalisti. E questo tanto più in un mercato in crisi, dove strategie tese solo a stabilizzazioni e contrattualizzazioni da dipendenti possono poi anche rivelarsi scarsamente efficaci, lasciando così senza diritti e garanzie chi non può venir contrattualizzato, o sceglie di lavorare da autonomo.

- In questo senso la legge sull'equo compenso del lavoro giornalistico autonomo è stata una battaglia sostenuta trasversalmente dalla categoria, dai movimenti di precari e freelance e da esponenti istituzionali sensibili ai diritti del lavoro. Oggi però la legge dev'essere correttamente e puntualmente applicata, sconfiggendo tatticismi e tentativi di diluire un provvedimento che punta a dare applicazione all'art. 36 della Costituzione anche ai lavoratori autonomi, finora senza tutele.
Pertanto condividiamo la proposta di attuazione della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi che, in ottemperanza della legge 233/2012, individua l'equo compenso in coerenza con i parametri della retribuzione lorda del giornalista lavoratore dipendente ex art. 1 del CCNLG, con alcuni altri correttivi.
Più in particolare condividiamo il principio, da sempre espresso dalla Fnsi e comune alle organizzazioni d'ispirazione sindacale, che il lavoro autonomo non può costare meno di quello dipendente, sia perché il lavoratore autonomo si assume costi, rischi ed oneri altrimenti spettanti al datore di lavoro, sia perché un autonomo che costi meno di un dipendente si trasformerebbe in un incentivo a non assumere mai.
- Riguardo le sanzioni previste dalla legge sull'equo compenso, sottolineiamo che queste (ai sensi dell'art. 3 della legge 233/2012) prevedono non solo “la decadenza dal contributo pubblico in favore dell'editoria” ma ancheda eventuali altri benefici pubblici...”. Pertanto si chiede con forza che in sede di Commissione d'attuazione della legge le sanzioni vengano applicate puntualmente anche per quanto attiene gli altri benefici pubblici, specificandone i settori coinvolti anche a livello regionale.

- La Carta di Firenze, sostenuta da un grande movimento d'idee ed aspettative, è un irrinunciabile punto di riferimento ideale per dei migliori rapporti di lavoro e a tutela dei più deboli, ma non può restare una mera enunciazione di principi. Le diversità di valutazioni sulla sua applicabilità, più volte emerse nella categoria, non possono far dimenticare che la larghissima parte del documento è stata pienamente condivisa da Odg, Fnsi freelance e precari, e che questo è nato da una condizione di gravi e diffusi disagi, a cui vanno date risposte concrete.
La Carta di Firenze va quindi attuata, non come strumento di contrapposizione nella categoria, ma come momento di colleganza attiva, per la tutela del lavoratore più debole e come strumento di difesa nei confronti del potere oggi quasi incontrollato degli editori sui collaboratori.
In questo senso le sanzioni vanno pubblicizzate a fini deterrenti, senza appellarsi alla privacy, essendo sanzioni erogate da un ente pubblico per la tutela della professione.
A riguardo inoltre evidenziamo che l'esposto sull'equità dei compensi praticati dalle principali testate della nostra regione, presentato l'8 gennaio scorso dall'Assostampa e Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia giace a tutt'oggi inevaso presso l'Ordine regionale, in attesa di espletamento dell'iter dovuto dal Consiglio di disciplina territoriale.

- Richiamiamo la necessità di un sollecito avvio dell'“Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti”, previsto dalla Carta di Firenze come strumento paritetico tra Ordine ed FNSI. Questo ha infatti “il compito di vigilare sull'effettiva applicazione della presente carta, di avanzare proposte di aggiornamento nonché di segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione pubblica”, e tale punto della Carta non è mai è stato oggetto di contestazioni o distinguo. Non vi sono quindi motivi per non avviarlo, estendendone eventualmente per analogia l'istituzione anche nelle realtà regionali.

- E' necessaria anche una riforma dell'Ordine dei giornalisti, che porti a far sì (anche con eventuali forme di auto-limitazione) che i suoi organismi rappresentativi siano formati da chi svolge effettivamente la professione in forma regolarmente retribuita e con il versamento dei contributi all'Inpgi.
È necessaria la revisione dagli elenchi dei non più aventi diritto, e sono da attuare tutte le iniziative che mettano nella condizione chi di fatto già esercita esclusivamente la professione di sostenere gli esami per l'ammissione all'elenco dei professionisti, anche se non raggiunge i livelli di reddito oggi richiesti. Pur riconoscendo la necessità di un adeguato reddito da lavoro, non si può infatti ignorare che in troppi casi l'impossibilità a raggiungere i redditi richiesti per il riconoscimento del praticantato freelance non è determinata da responsabilità del collaboratore, ma dalle condizioni di sfruttamento e sottoretribuzione largamente praticate dagli editori.
In tal senso chiediamo che siano adeguatamente pubblicizzate e chiarite le norme attuative dalla delibera del Consiglio nazionale dell'Odg del 13 marzo 2013 sul cosiddetto “ricongiungimento” dei pubblicisti.
Altrettanto chiediamo che i previsti corsi d'aggiornamento professionale previsti dalla nuove norme ordinistiche tengano conto delle generalmente scarse disponibilità economiche dei non contrattualizzati, e non gravino pesantemente sui loro già ridottissimi redditi da lavoro.

- Cdr e collaboratori: come chiarito più volte dalla Fnsi, anche con la circolare del Segretario Generale del 23 giugno 2011, ai sensi dell'art 34 del Ccnlg, i comitati e i Fiduciari di redazione possono intervenire anche per la tutela dei diritti legali e contrattuali dei lavoratori autonomi. Si sollecita pertanto la più ampia collaborazione tra Cdr e collaboratori, anche stimolando e favorendo la nascita di coordinamenti di collaboratori per testata, che eleggano propri rappresentanti come interfaccia continuativa con i Cdr e fiduciari per le problematiche loro inerenti. Qualora ciò non fosse possibile, indichiamo l'opportunità che ad assumersi tale onere siano le Commissioni regionali lavoro autonomo, o altri organismi riconosciuti dalle Assostampa.

- Uffici stampa. Una grande quantità di freelance e precari operano presso uffici stampa privati e pubblici, spesso in condizioni di non corretto inquadramento giornalistico, o in violazione della norme della L. 150/2000. Richiamiamo quindi la necessità di un'attenzione e mobilitazione continuativa sul tema, con il coinvolgimento dei freelance e precari sui territori, come uno dei settori d'interesse strategico dell'attività della categoria, per le sue implicazioni lavorative e contributive.

Infine molti risvolti applicativi dell'equo compenso, delle politiche di contrattualizzazione e stabilizzazione, dell'attuazione di Osservatori sul mercato del lavoro e il precariato, e delle politiche formative e d'aggiornamento possono trovare attuazione anche a livello locale, tramite leggi regionali e provvedimenti amministrativi ad hoc, come sono già stati proposti in varie realtà. In questo va ripresa l'iniziativa della mozione per la tutela del lavoro giornalistico autonomo e precario presentata al Consiglio Regionale dall'Assostampa e dal Coordinamento precari e freelance del FVG, che può oggi essere raccolta e rilanciata con interventi diretti da parte della nuova Amministrazione regionale.

E' infine necessario superare la divisione culturale troppo spesso esistente fra giornalisti contrattualizzati, precari ed autonomi, per affrontare organicamente in ogni sede e tavolo di trattativa le problematiche di tutta la categoria.


In questo senso richiamiamo la mozione “Per fermare la tempesta perfetta”, approvata dall'Assemblea generale dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia il 3 giugno 2013, e poi accolta come raccomandazione dal Consiglio nazionale della Fnsi il 20 giugno, con l'adesione dei colleghi di altre regioni, come proposta di piattaforma di mobilitazione nazionale. Questa è stata elaborata con la partecipazione attiva anche dei precari e freelance della nostra regione, e la riproponiamo quindi oggi alla considerazione anche degli Stati Generali dell'Informazione precaria.


>> QUI IL DOCUMENTO SCARICABILE DELL'ASSEMBLEA FREELANCE

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