22 giugno 2012

SCIOPERO GENERALE A TRIESTE, 4.000 IN CORTEO CON LA CGIL


SCIOPERO GENERALE A TRIESTE: 
IL COORDINAMENTO PRECARI E FREELANCE PARTECIPA AL COMIZIO FINALE 


«Siamo molto soddisfatti della partecipazione di Trieste a questo sciopero, che abbiamo voluto per chiedere alle istituzioni locali e regionali, come anche alle forze imprenditoriali, un impegno straordinario a sostegno della ripresa e dell’occupazione».

Il segretario generale Adriano Sincovich commenta così l’esito dello sciopero e della manifestazione proclamati per oggi dalla Cgil di Trieste: secondo le stime della Cgil il corteo partito da piazza Goldoni ha toccato punte di oltre 4mila partecipanti, con in testa a tutti le delegazioni delle tante aziende in crisi o in difficoltà, dalla Stock alla Ferriera, dalla Diaco all’Alcatel. Quanto alla partecipazione nelle aziende, i primi dati parlano di adesioni alte alla Wartsila. Forti adesioni anche nel settore bancario, con diversi sportelli cittadini costretti a restare chiusi.

«La presenza di tante persone al nostro fianco – dichiara Sincovich – è un segnale importante contro l’inerzia di questa città, ma anche contro le scelte di un Governo le cui scelte, finora, non solo non hanno dato risposte al mondo del lavoro, ma ne hanno aggravato le prospettive, prima con la riforma delle pensioni e poi con quella del lavoro: crediamo che la partecipazione allo sciopero di oggi sia anche una reazione alla scelta del Governo, profondamente sbagliata, di porre la fiducia sul disegno di legge. Da parte nostra continueremo a presentare proposte per aggredire la crisi e per rilanciare l’occupazione, proseguendo su questo versante nel nostro impegno unitario con Cisl e Uil».

Il comizio finale, dopo l’arrivo del corteo in piazza Unità d’Italia, si è tenuto nell’attigua piazza Verdi. Sul palco, prima di Sincovich, anche le testimonianze dirette dei lavoratori: Luciano De Rosa, ex dipendente Eni oggi esodato, Simonetta Cusma, una delle 250 interinali a rischio dell’Alcatel, e il presidente del coordinamento giornalisti precari Maurizio Bekar.

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