04 aprile 2010

VERBALE DELL'ASSEMBLEA FREELANCE DEL 29 MARZO 2010, A TRIESTE,

VERBALE DELL'ASSEMBLEA FREELANCE DEL 29 MARZO 2010
(Circolo della Stampa, Trieste)
sulle problematiche lavorative e contrattuali dei freelance


Promossa da:
Assostampa e Coordinamento precari e freelance FVG


Con: Daniela Stigliano e Giancarlo Tartaglia (FNSI)


Pubblichiamo di seguito il verbale sintetico dell'Assemblea regionale sulle problematiche dei giornalisti freelance, promossa a Trieste il 29 marzo 2010 a cura dell'Assostampa e dal Coordinamento precari e freelance del FVG.

Durante l'assemblea è stata presentata la situazione a livello nazionale, affrontando le principali problematiche riguardo i freelance e le possibili soluzioni ed iniziative, dando anche risposte a quesiti posti dagli intervenuti.

Al termine dell'assemblea si è provveduto alla nomina dei rappresentanti dei giornalisti freelance negli organismi nazionali e regionale della FNSI per il lavoro autonomo: Maurizio Bekar e Alessandro Martegani nell'assemblea nazionale per il lavoro autonomo e Bekar nella Commissione nazionale, e nella Commissione regionale Lavoro autonomo Patrizia Artico, Clelia Delponte e Cristina Visintini. Gli eletti sono tutti esponenti del Coordinamento precari e freelance Fvg.
.

documento allegato:
verbale_assemblea_freelance_29marzo2010.pdf


COORDINAMENTO GIORNALISTI PRECARI E FREELANCE
dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia
e-mail: precari.freelance@assostampafvg.it – web: www.assostampafvg.it
Blog: giornalistiprecariefreelance-fvg.blogspot.com
Facebook: Giornalisti Precari e Freelance del Friuli Venezia Giulia
______________________________________________________________


VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEL 29 MARZO 2010
(Circolo della Stampa, Trieste)
sulle problematiche lavorative e contrattuali dei freelance

Promossa da:
Assostampa e Coordinamento precari e freelance FVG
Con: Daniela Stigliano e Giancarlo Tartaglia (FNSI)


Un percorso lungo e difficile, ma che il sindacato intende seguire fino in fondo per garantire ai precari dell'informazione tutela e dignità professionale. L'incontro, organizzato dall'Assostampa del Friuli Venezia Giulia e dal Coordinamento precari e freelance lunedì 29 marzo 2010 al Circolo della stampa di Trieste, ha messo in luce l'insostenibile situazione in cui vivono i giornalisti freelance, ma anche l'intenzione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana di impegnarsi su questo fronte.

Il confronto, che ha visto la partecipazione, accanto ai vertici dell'Assostampa regionale la responsabile del Dipartimento lavoro autonomo della Fnsi, Daniela Stigliano, e il direttore della Fnsi Giancarlo Tartaglia, è stato introdotto dal presidente dell'Assostampa Carlo Muscatello, che ha sottolineato come la tutela e la regolamentazione del lavoro precario sia un problema non più rinviabile. Si tratta, ha spiegato, di migliaia di colleghi che non vengono più contrattualizzati, una componente che rischia di diventare maggioritaria all'interno della categoria e che va tutelata.
Su questo -ha sottolineato Muscatello- il sindacato si sta impegnando: nel Fvg abbiamo varato il Coordinamento precari e freelance (una struttura elastica, con la possibilità di farne parte anche per chi non è iscritto al sindacato), e ora si è aggiunta una scadenza nazionale, visto che la Fnsi ha deciso di creare un organismo per il lavoro autonomo. Abbiamo quindi deciso -ha concluso Muscatello- di unire il momento delle elezioni dei rappresentanti dei freelance ad un momento d'incontro tecnico-informativo.

L'iniziativa, ha spiegato Maurizio Bekar, vicesegretario dell'Assostampa e rappresentante del Coordinamento precari e freelance, è nata per dare risposte alle molte domande che l'Assostampa e il Coordinamento ricevono quasi quotidianamente. I collaboratori chiedono chi gli possa dare una mano e in che modo, affrontando vari problemi, mentre gli editori considerano i freelance dei liberi professionisti, senza riconoscere loro alcuna tutela e nemmeno la possibilità di esser rappresentati dal sindacato.
Al momento una tutela è praticabile per via giudiziale se il rapporto di lavoro è camuffato; vale a dire se sotto l'etichetta di un libero professionista si nasconde de facto un dipendente, che non ha autonomia decisionale, d'orario ed operativa dalla redazione. Ma oggi è molto difficile tutelare chi sceglie, o vive suo malgrado, la condizione di un vero freelance, che opera cioè in autonomia e sulla base della libera contrattazione del proprio compenso, anche se quasi sempre sottopagato. Ci rendiamo conto che è necessario non nutrire aspettative irrealistiche: solo una minima parte degli attuali precari troverà un giorno un impiego stabile, da dipendente, ma dall'altra parte non dobbiamo rassegnarci, né metterci nelle condizioni di non essere tutelabili ed esposti ad ogni ricatto.

Il punto sulla situazione del lavoro giornalistico precario è stato fatto da Daniela Stigliano, responsabile del Dipartimento lavoro autonomo della Fnsi. Al termine del 2009, ha detto, risultavano 30.000 iscritti all'Inpgi 2, e 25000 erano liberi professionisti. Questo dato però deve essere depurato da coloro che sono iscritti anche all'Inpgi 1, come i pensionati o i dipendenti che hanno collaborazioni esterne, portando i freelance a 19.000. I compensi medi relativi ai liberi professionisti per il 2008 sono pari a 11.000 euro lordi l'anno. Se togliamo chi ha reddito zero, arriviamo a 13.600, ma per i Co.co.co la cifra si abbassa, e si arriva a stento a 8.500 lordi l'anno nel 2009. E oltre la metà non supera i 7.000.
Sono dati che servono ad inquadrare il fenomeno, ha detto la Stigliano, che non è circoscritto ma è generalizzato. Attualmente stanno nascendo in Italia varie organizzazioni di precari: accanto al Coordinamento Precari e Freelance del Fvg, e a Refusi in Veneto, c'è un coordinamento che sta crescendo in Campania, uno in Abruzzo, oltre a uno in Sicilia, anche se è molto focalizzato sugli uffici stampa. Sono gruppi che si muovono in maniera spontanea, e molti loro componenti non arrivano nemmeno all'iscrizione all'Inpgi 2: il dato comune è che i compensi sono sempre più ridotti e che c'è un malessere diffuso. Gli editori, in modo miope, attratti dai guadagni facili, hanno deciso di non puntare alla qualità dell'informazione e di utilizzare forme di lavoro esterne e precarie, senza far crescere questi colleghi, che a volte non sono nemmeno sono iscritti all'Ordine.
E' un fenomeno di cui la stessa categoria ha presso coscienza con ritardo, ha detto la Stigliano, ma ora l'FNSI ha deciso di dare una rappresentanza a questi colleghi. Qualcosa però già c'è, non siamo all'anno zero: dal punto di vista della previdenza sono stati fatti dei passi in avanti per dare una copertura maggiore ai co.co.co. Uno dei primi compiti della costituenda Commissione nazionale sul lavoro autonomo sarà quello di capire chi sono i freelance puri, quelli che realmente fanno questo mestiere, e in seguito cercare possibili forme di tutela.
Sarà però necessario, ha aggiunto, anche una presa di coscienza da parte dei colleghi nelle redazioni, che devono rendersi conto delle condizioni in cui lavorano i collaboratori, a partire dalle retribuzioni.
Il tariffario dell'Ordine è stato abrogato dalla Legge Bersani, ma ha comunque una sua valenza di riferimento in sede giudiziale, in assenza di un accordo fra le parti. L'unica strada è quella della contrattazione fra editori e sindacato, ma è la più difficile perché gli editori hanno sempre rifiutato il confronto. A riguardo sviluppi interessanti potrebbe giungere dall'accordo annunciato fra la Fnsi e l'Uspi, che fra le altre cose fissa anche i compensi minimi per i collaboratori della stampa periodica. Il lavoro giornalistico potrebbe però anche rientrare nella legge sul compenso minimo garantito a livello nazionale.

Anche Giancarlo Tartaglia, direttore della Fnsi, ha ricordato che la Federazione sta affrontando in ritardo il problema del lavoro autonomo, anche perché, fino a pochi anni fa, questo era svolto quasi esclusivamente da persone con contratti di lavoro subordinato. I precari sono i meno tutelati, sia dal punto di vista della legge, sia dal punto di vista del contratto, perché finora tutto è stato concepito per il lavoro subordinato.
Attualmente c'è un decalogo europeo che elenca una serie di diritti per i lavoratori autonomi (rappresentanza, copertura sanitaria, ecc), al quale potrebbero fare riferimento anche i giornalisti freelance, ma non è assolutamente sufficiente. L'Fnsi ha preso coscienza che si tratta di un problema grave, ed ha intenzione di assumere un impegno forte nella difesa di questi lavoratori. Finora però la Fieg non ha mai voluto discutere del lavoro autonomo; una posizione questa che ha provocato il ritardo della firma del contratto, è che è stata solo scalfita durante il confronto, anche se è stato comunque importante porre il problema.
La situazione attuale vede l'esistenza due contratti nazionali (Fnsi e Aer-Anti- Corallo), accanto alla questione ancora aperta con l'Aran per gli uffici stampa negli enti pubblici. Negli ultimi tempi inoltre il fronte degli editori si sta sgretolando, ci sono altre federazioni (p.es l'Frt), e siamo stati costretti a fare un contratto diverso per le testate locali; e ci sono poi organizzazioni editoriali come Mediacoop, che riunisce le testate cooperative. Ma tutto questo non è un bene, poiché il sindacato può avere una posizione forte solo se ha una controparte unita, e non spezzettata in varie realtà e contratti.
Un primo passo per la tutela dei freelance è stato comunque l'accordo con l'Uspi, che potrebbe segnare un punto di partenza e di riferimento per il futuro: nell'accordo, accanto a un tariffario, sono specificati alcuni elementi utili per i collaboratori, come i tempi del pagamento, che dovrà essere versato entro il mese successivo alla pubblicazione, il diritto alla firma, la costituzione di commissione paritetica nazionale per le contestazioni. É una cosa importante poiché sfondiamo una porta, ha affermato Tartaglia, e ci sarà un parametro di riferimento. Per la prima volta ci saranno tutele sottoscritte dagli editori, e su questo si possono costruire tutte le rivendicazioni contrattuali future.

La situazione del lavoro precario in Veneto è stata illustrata da Giovanni Monforte, del coordinamento freelance Refusi. Il sindacato veneto, ha detto, ha cercato di avere il quadro delle esigenze dei collaboratori della regione per avviare una fase di contrattazione. Qualche risultato è stato ottenuto con il Gazzettino e il Corriere del Veneto, mentre ci sarebbe una totale incomunicabilità con le testate del gruppo Panto, anche per la difficoltà nel coinvolgere gli stessi colleghi. In Veneto sta poi emergendo il problema dei fotografi, visto che sempre più spesso ai giornalisti viene chiesto di portare anche delle foto, togliendo spazio ai fotografi professionisti, e aumentando i costi a carico dei giornalisti. Su questi temi Refusi organizzerà una manifestazione i primi giorni di maggio a Venezia.

Nella tutela del collaboratori, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto previdenziale, qualche passo è stato poi fatto dall'Inpgi: come ha spiegato il fiduciario dell'Istituto per il Fvg, Roberto Carella, l'Inpgi negli ultimi anni è diventata un po' il braccio armato della Fnsi, avviando dei controlli nelle redazioni e accertando le situazioni irregolari.
La riforma dei Co.co.co, con l'aumento della contribuzione a carico delle testate, è inoltre un fatto epocale, ha spiegato. La strada è tracciata, e bisognerà arrivare ad una situazione in cui a maggiore precarietà corrispondano una maggiore retribuzione e contribuzione. Più si è precari, e più bisognerebbe essere pagati.
Inoltre spesso nelle redazioni ci sono delle violazioni palesi del contratto, con colleghi che svolgono attività da dipendenti pur essendo inquadrati come collaboratori o addirittura come liberi professionisti; queste situazioni vanno segnalate e denunciate, ma è importante avviare una fase contrattuale e di accordo: solo in seguito ci potranno essere le contestazioni.

Anche Gianni Martellozzo, segretario dell'Assostampa del Fvg, ha sottolineato l'importanza fondamentale di avviare un confronto con gli editori, per giungere a delle regole comuni per tutti i collaboratori. Al momento, ha ricordato, il sindacato sta cercando di avviare un confronto con i giornali della regione sulla posizione di alcuni colleghi che, pur lavorando da anni a tempo pieno, non hanno visto alcun riconoscimento della propria attività né alcuna forma di stabilizzazione.

Nel corso del dibattito sono intervenuti alcuni del colleghi freelance presenti, con domande e contributi. Fra gli altri Patrizia Artico, addetta stampa del Comune di Gorizia, che ha sottolineato come sia necessario per i freelance prendere coscienza di essere una categoria, ed evitare di isolarsi. Solo con l'unità, e con l'appoggio del sindacato, che si sta finalmente facendo sentire, si riuscirà a ridare dignità al lavoro giornalistico autonomo.
Durante l'incontro stati chiesti chiarimenti sulle possibili forme di tutela, anche partendo da casi concreti dei colleghi presenti.
Come ha sottolineato Maurizio Bekar, solo una minima parte degli attuali freelance sarà infine assorbita dalle redazioni: la tendenza è infatti quella ricoprire solo una piccola percentuale dei colleghi che andranno in pensione, e bisognerà essere preparati a questa situazione. Inoltre il precariato non è più solo un problema dei giovani: ci sono collaboratori che ormai hanno una famiglia ed hanno perso la speranza del posto fisso, facendo quindi la scelta di lavorare da autonomi; ma anche questi colleghi hanno bisogno di un sostegno concreto da parte del sindacato.
La strada, come hanno ricordato gli esponenti della Fnsi presenti, è quella dell'accordo: è fondamentale riuscire a portare al tavolo gli editori per concludere degli accordi, come quello appena raggiunto con l'Uspi, ed ottenere così regole ed inquadramenti validi per tutti, e non solo accordi ad personam. In particolare è emersa la tendenza da parte di molti editori, ed aziende nel caso degli addetti stampa, di chiedere ai colleghi di aprire partita IVA, anche a fronte di retribuzioni minime e/o condizioni assolutamente diverse da quelle di un vero libero professionista. Una situazione che spesso causa complicazioni burocratiche, un aggravio dei costi per i giornalisti, e purtroppo anche onerosissime controversie con l'Agenzia delle entrate.

Al termine il presidente dell'Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, ha aperto i lavori dell'assemblea regionale per il lavoro autonomo, convocata per eleggere i propri rappresentanti negli organismi nazionali e la consulta regionale. Per avere diritto all'elettorato attivo e passivo era necessario essere iscritti al sindacato da almeno 180 giorni, essere iscritti all'Inpgi 2, ed avere come principale o esclusiva fonte di reddito l'attività giornalistica tramite collaborazioni o rapporti di lavoro non dipendente.
L'assemblea, dopo la presentazione della candidature, ha eletto Maurizio Bekar e Alessandro Martegani nell'Assemblea nazionale per il lavoro autonomo. Lo stesso Bekar sarà anche membro della Commissione nazionale. Sono stati poi eletti nella Commissione regionale Patrizia Artico, Clelia Delponte e Cristina Visintini. Gli eletti sono tutti esponenti del Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia.
Il Presidente dell'Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, ha infine annunciato una proposta di modifica dello Statuto dell'Assostampa Fvg, che consentirà ai membri delle Commissioni regionale, nazionale e dell'Assemblea nazionale dei lavoratori autonomi di essere membri di diritto del Direttivo dell'Assostampa del Fvg.

Nessun commento:

Posta un commento